Autore: Stanislao Lepri, Senior Advisor Ettore Fieramosca
Una panoramica degli aiuti per il settore e le imprese
Il sostegno pubblico contribuisce in modo importante alla sostenibilità e allo sviluppo dell’agricoltura. Tra il 2013 e il 2017, i trasferimenti pubblici al settore sono stati pari al 39% del valore aggiunto agricolo nazionale. In termini assoluti, il flusso finanziario si è assestato su valori compresi tra 11 e 13 miliardi di euro per anno (Fonte: Crea)
Il sostegno pubblico all’agricoltura si compone di due aggregati: i trasferimenti, ovvero i finanziamenti erogati agli agricoltori tramite le politiche comunitarie e nazionali, e le agevolazioni, ovvero le facilitazioni fiscali e contributive riservate al settore.
L’implementazione degli interventi può essere ricondotta a tre livelli fondamentali: quello europeo, tramite la politica agricola comunitaria (PAC), quello nazionale, attraverso age- volazioni mirate a ridurre il carico fiscale e politiche attive a favore di ricerca, imprese e infrastrutture, e quello regionale, con finanziamenti a infrastrutture, servizi e investimenti aziendali.
Le politiche comunitarie
L’intervento della PAC si articola in tre principali tipologie: il sostegno al reddito degli agri- coltori, le misure per la stabilizzazione dei mercati agricoli e gli interventi per lo sviluppo delle aree rurali.
Le prime due tipologie sono riconducibili al cosiddetto “I pilastro della PAC”, e sono fi- nanziate dal fondo FEAGA. Si tratta di politiche di diretta attuazione comunitaria che non prevedono, come nel caso dei fondi strutturali, un cofinanziamento con risorse nazionali. Il livello di sussidiarietà, ovvero di discrezionalità programmatica degli Stati membri, è per le politiche del I pilastro piuttosto limitato. Assumono un ruolo rilevante gli organi- smi pagatori (OP), ovvero gli organismi indipendenti che gestiscono i fondi ed erogano i pagamenti ai beneficiari finali. In Italia, sono presenti OP regionali, come ad esempio in Lombardia, Veneto e Toscana e l’OP nazionale Agea, che opera nelle regioni che non si sono dotate di organismi propri.
I pagamenti diretti rappresentano la parte più significativa del I pilastro. Nel 2017, le ri- sorse assegnate ai pagamenti diretti sono state pari a circa 3,8 miliardi di euro (Fonte: Commissione europea). Si tratta, in questo caso, di premi erogati direttamente agli agri- coltori per ettaro coltivato. Il pagamento diretto è così composto: pagamento “di base”, corrispondente al valore del “titolo” assegnato a ciascuna azienda agricola, per ettaro di terreno coltivabile, pagamento “greening”, erogato a fronte dell’esecuzione di determi- nate operazioni favorevoli all’ambiente (p.e. la destinazione di parte dei terreni aziendali ad aree ecologiche), e pagamenti accoppiati, ovvero destinati a determinati settori, quali
In Italia, sono operativi 22 PSR, di cui 21 regionali e uno nazionale, e il programma Rete Rurale Nazionale. Per il periodo di programmazione 2014-2020, i fondi assegnati sono circa 21 miliardi di euro. Si tratta di una cifra significativa, che tuttavia tende a essere spesa nella parte finale del periodo di programmazione, terminata la fase di avvio delle misure. Nel 2017, per esempio, la spesa pubblica è stata di 1,5 miliardi di euro, mentre nel 2018 ha raggiunto 3,1 miliardi di euro (Fonte: Mipaaft).
Le misure di sviluppo rurale attivabili sono 20, e sono destinate, oltre che alle imprese agricole e di trasformazione, anche a piccole imprese extra agricole e enti o organizza- zioni operanti nelle aree rurali. Le misure più importanti sono rappresentate dagli aiuti agli investimenti e dagli interventi agro-climatico-ambientali. Gli aiuti agli investimenti (misura 4) consistono nell’erogazione di un contributo per l’acquisto di beni materiali o immateriali destinati ad incrementare la competitività, la sostenibilità ambientale e l’innovazione delle imprese agricole e agroalimentari. Gli interventi a favore del clima e dell’ambiente (misure 10 e 11) consistono nell’erogazione di un premio ad ettaro, a fronte dell’adozione di pratiche sostenibili, come l’agricoltura biologica e la produzione integra- ta. Sono poi presenti altre interessanti misure, come ad esempio la misura 16, che finanzia azioni di cooperazione tra le imprese e il mondo della ricerca, per la sperimentazione e diffusione dell’innovazione in agricoltura.
Gli interventi nazionali e regionali
Gran parte degli interventi nazionali sono rappresentati da agevolazioni, come ad esem- pio sgravi sull’IVA, l’IRPEF o le accise sul carburante. Anche se in misura minore rispetto al passato, non mancano tuttavia le politiche attive e i trasferimenti a vantaggio delle imprese.
Un primo intervento è rappresentato dal Piano Operativo Agricoltura 2014-2020, finanziato con fondi della coesione nazionale (FCS) per complessivi 400 milioni di euro. Sono previsti investimenti per le infrastrutture irrigue, le foreste, finanziamenti per l’innovazione tec- nologica (Agricoltura 2.0) e aiuti agli investimenti per i contratti di filiera e di distretto, erogati sotto forma di contributi in conto capitale e finanziamenti a tasso agevolato, que- sti ultimi finanziati con fondi aggiuntivi della CDP.
Abbiamo poi i piani di settore, che prevedono interventi specifici per vari comparti agri- coli. Spesso, sono finanziate azioni di ricerca o diffusione delle informazioni, ma a volte sono previsti anche finanziamenti alle imprese. È il caso per esempio del piano cerealico- lo, che prevede l’erogazione di premi aggiuntivi agli agricoltori che producono grano duro nell’ambito di accordi di filiera, o il piano olivicolo, che ha finanziato investimenti a favore delle OP e delle reti d’impresa.
Sono inoltre operative varie misure gestite da Ismea, e destinate alle imprese. Sono previ- sti in particolare fondi per lo sviluppo delle imprese gestite da giovani, per l’acquisto dei terreni o il finanziamento degli investimenti, in caso di subentro in un’azienda agricola preesistente. Sono poi concessi finanziamenti a tasso agevolato per le imprese agroali- mentari che presentano piani di investimento compresi tra 2 e 20 milioni di euro. Ismea è inoltre attiva nello sviluppo di azioni finalizzate al miglioramento delle relazioni tra il sistema creditizio e le imprese agricole. Il Fondo di solidarietà nazionale, infine, opera per il rimborso dei danni causati dalle calamità naturali.
Anche le Regioni e le Province Autonome contribuiscono attivamente al sostegno del settore agricolo. Una parte significativa dei fondi è destinata allo sviluppo infrastruttura- le, per esempio delle aree rurali interne e montane, ed anche alla ricerca, all’assistenza tecnica e alla diffusione delle informazioni. Sono presenti anche misure a sostegno delle imprese, che assumono un peso significativo in alcune Regioni come ad esempio Trento, Friuli Venezia Giulia e Marche (Fonte: Crea).
Osservatorio Agrimood
Non solo un supporto nelle decisioni di investimento, ma una vera e propria finestra sui cam- biamenti nel settore dell’agroalimentare, sia dal lato produzione che da quello consumer.
È così che nasce l’osservatorio Agrimood, una sorta di “barometro dell’umore collettivo” che ruota attorno al food system, nelle sue tre componenti: agricola, industriale e distributiva, supportato da una solida raccolta di dati statistico/quantitativi.
La sua vocazione è quindi duplice: porsi come trend hunter non solo a livello nazionale, intercettando fenomeni emer- genti, suggestioni e sentiment che possono influenzare i modelli di consumo e allo stesso tempo analizzare le dinamiche strutturali e congiunturali di filiera.
Agrimood guarda alle grandezze e alle opportunità di mercato, ma anche a nuove forme di consumo, fortemente influenzate dalla rete e dalle communities virtuali, al valore aggiunto percepito e alla dimensione sempre più esperienziale dell’acquisto alimentare.