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Barilla scommette sulla pasta 100% italiana

15 Gennaio 2020

Dopo il protocollo d’intesa con il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali  firmato il 12 dicembre scorso, il gruppo di Parma è pronto a lanciare sul mercato la nuova linea Barilla 100% grano italiano, prodotta a partire da materie prime di qualità provenienti esclusivamente da aziende agricole nazionali.

Ai proclami seguono i fatti. Il 12 dicembre scorso Barilla aveva annunciato l’acquisto di materia prima italiana per almeno 120 mila tonnellate aggiuntive rispetto al 2019. Un impegno assunto attraverso la firma da parte del Vicepresidente del Gruppo Paolo Barilla di un protocollo d’intesa con il Ministero delle Politiche agricole Alimentari e Forestali.  

Oltre all’acquisto di grano duro italiano di qualità – rispondente quindi ai disciplinari di coltivazione e ai criteri definiti dal Manifesto del Grano Duro Barilla – il colosso emiliano si è anche impegnato a sottoscrivere contratti di filiera, annuali o pluriennali, per almeno il 70% delle proprie forniture annuali di grano duro italiano, e di garantire, in forza di tali contratti, il giusto riconoscimento di prezzo agli agricoltori.

Da parte sua, il Dicastero di via XX settembre ha invece promesso un piano di rilancio delle produzioni cerealicole nazionali, con 40 milioni di euro destinati fino al 2022 al sostegno dei contratti di filiera, a iniziative di valorizzazione della pasta come simbolo del Made in Italy agroalimentare e ad attività di promozione della ricerca e di pratiche di agricoltura di precisione.

Attualmente il gruppo Barilla, con 680 mila tonnellate acquistate ogni anno, è il più importante acquirente di grano duro nazionale fra i produttori di pasta. Vale la pena ricordare a tal proposito che il pastificio Voiello – di proprietà sempre del gruppo – è da ben 10 anni che produce e commercializza una pasta fatta esclusivamente con un frumento duro italiano di alta qualità.

Quella di Barilla è quindi una scommessa che non nasce oggi sull’onda del sovranismo alimentare, dell’allarme glifosato sulle partite estere, e del conseguente boom della pasta 100% italiana sugli scaffali, ma è una strategia di lungo periodo che si è arricchita a dicembre di un altro importante tassello.

“Grazie al Protocollo con il MIPAAF – recita una nota ufficiale  del Gruppo  – Barilla aumenterà nel 2020 di quasi il 20% i suoi acquisti di grano duro nazionale di qualità, raggiungendo le 800 mila tonnellate, per un valore di oltre 240 milioni di euro l’anno.” Una scelta ambiziosa che va nella direzione di sviluppare ulteriormente la filiera nazionale e investire sui territori, favorendo lo sviluppo di produzioni di qualità sempre più sostenibili dal punto di vista ambientale.

Altro importante obiettivo dell’intesa è infatti quello di ridurre ulteriormente l’impatto ambientale della filiera incentivando nei contratti l’adozione del “Decalogo Barilla per la Produzione di Grano Duro di Qualità”, che prevede l’uso di tecnologie digitali per il monitoraggio, la rotazione delle culture e la riduzione dell’uso di fitofarmaci.

In questi i giorni cominciano a circolare le immagini dei primi prototipi di packaging di penne rigate Barilla con il sigillo di qualità 100% grano italiano che nel giro di qualche mese, si spera, dovremmo poter trovare nei supermercati.

I numeri della filiera italiana di grano duro

 

 

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