Oltre 71,5 milioni di ettari di terreni investiti a bio e un giro d’affari al consumo finale che ha superato i 100 miliardi di dollari. Sono stati presentati oggi a Norimberga, presso il BIOFACH, la fiera leader mondiale per alimenti biologici, gli ultimi dati sull’agricoltura biologica a livello globale elaborati dall’Istituto di ricerca per l’agricoltura biologica (FiBL) e IFOAM – Organics International e contenuti nell’annuario statistico “Il mondo dell’agricoltura biologica”, giunto quest’anno alla sua 21ma edizione.
Secondo quanto reso noto dal FiBL il 2018 è stato un altro anno record per l’agricoltura biologica globale: sono cresciute le superfici investite a Bio di 2 milioni di ettari e le vendite al dettaglio di alimenti e bevande biologiche hanno raggiunto un nuovo massimo storico.
L’indagine, che rileva i dati in 186 Paesi, indica un giro d’affari globale superiore a 100 miliardi di dollari (quasi 97 miliardi di euro). Gli Stati Uniti sono il mercato leader con 40,6 miliardi di euro, seguiti da Germania (10,9 miliardi di euro) e Francia (9,1 miliardi di euro), ma sono molti i Paesi che hanno registrato una crescita a doppia cifra nell’anno in esame. Tra i Paesi Europei è la Danimarca ad avere la maggiore penetrazione di mercato, con l’11,5% di quota sul totale degli acquisti agroalimentari, e assieme alla Svizzera a vantare la spesa pro capite più elevata (312 euro).
Il vecchio continente è la seconda area bio più estesa al mondo
Relativamente alle superfici, a fine 2018 risultano coltivati secondo le metodiche bio 71,5 milioni di ettari, 2 milioni in più rispetto al 2017. L’Australia ha la più grande area agricola biologica (35,7 milioni di ettari), seguita dall’Argentina (3,6 milioni di ettari) e dalla Cina (3,1 milioni di ettari). Mettendo a confronto i continenti, l’Europa ha la seconda area più estesa (15,6 milioni di ettari), dopo l’Oceania (36 milioni di ettari) e davanti all’America Latina (8 milioni di ettari).
Nel complesso, sottolinea l’Indagine, l’1,5% di tutti i terreni agricoli mondiali è destinato a produzioni bio e in sedici Paesi tale percentuale raggiunge il 10% con punte del 38,5% in Liechtenstein, del 34,5% in Samoa e del 24,7% in Austria.
Quanto agli operatori, si contano al mondo 2,8 milioni di produttori biologici, concentrati in prevalenza in India (1,15 milioni) e a seguire in Uganda (210.000) e Etiopia (204.000).
Posizionamento dell’Italia
E l’Italia? Anche la Penisola vanta delle ottime performance sia per quanto riguarda le superfici coltivate a bio che per il numero di operatori coinvolti e andamento degli acquisti domestici.
Secondo l’ultimo rapporto Ismea – Sinab, relativo sempre al 2018, la superficie biologica ha sfiorato i 2 milioni di ettari ( il 3% un più sul 2017), il numero di operatori ( produttori e trasformatori ) ha toccato quasi le 80.000 unità ( + 4%) e la spesa per alimenti e bevande bio ha raggiunto i 2,5 miliardi di euro. L’aumento dell’1,5% degli acquisti in valore si rivela più contenuto rispetto al ritmo di crescita a cui il settore ci aveva abituati. La ragione di questa decelerazione, spiega l’Ismea, va cercata nella dimensione ormai importante del giro d’affari del settore – circa il 3% del valore dell’intero agroalimentare – che rende fisiologico un aumento più contenuto anno su anno.
Secondo le statistiche FiBL – IFOAM, l’Italia è l’ottavo Paese per superfici coltivate a bio e quinto mercato mondiale per consumi. I margini di crescita sono ancora ampi: basti pensare che la spesa pro capite è inferiore ai 100 euro, lontana dai 136 della Francia e dai 132 della Germania.
Fonte: Infografica CreemLab per Ettore Fieramosca su dati FiBL