L’Italia è alle prese con l’allarme siccità che sta interessando vaste aree del Paese, mettendo in ginocchio interi settori agricoli, ma questa è solo l’ultimo degli eventi meteo di natura catastrofale si susseguono sempre con maggior frequenza
“Una volta – ha spiegato Andrea Berti il direttore generale di Asnacodi (l’Associazione che raccoglie i Consorzi difesa italiani, in un’interessante intervista su la Stampa – le catastrofi per il gelo avevano una cadenza di 20-25 anni; quelle della siccità si rincorrevano per 15-20 anni. Negli ultimi 10 anni abbiamo avuto tre eventi da gelo, mentre la mancanza di acqua è sotto gli occhi di tutti”.
A fronte di fenomeni estremi sempre più frequenti, il numero di aziende agricole che decidono di sottoscrivere delle polizze assicurative è tuttavia molto limitato, circa il 10% delle 705.000 che compongono la platea dei beneficiari dei pagamenti della PAC, nonostante la presenza di un contributo pubblico sul pagamento dei premi. La questione è tuttavia più complessa di come appare: l’alto livello di sinistrosità dovuto proprio agli effetti del climate change, ha fatto schizzare in alto i costi delle imprese assicurative, determinando in certi casi anche un disimpegno da parte da parte delle compagnie e riverberandosi sulle tariffe che hanno raggiunto livelli record.
Nonostante il sistema nazionale di gestione del rischio abbia conseguito sul finire dell’ultimo settennio di programmazione (2014-2020) buoni risultati in termini di spesa, valori assicurati e introduzione di strumenti innovativi, sottolinea l’Ismea, i numeri complessivi di fine programmazione hanno messo in risalto la persistenza di vincoli strutturali e criticità operative, evidenziando una ridotta partecipazione in termini di aziende assicurate, asimmetrie settoriali e territoriali delle coperture assicurative e mutualistiche, diffusi fenomeni di selezione avversa, difficoltà dal sistema assicurativo e riassicurativo nel garantire un’adeguata copertura per i rischi catastrofali.
Nell’edizione 2022 del consueto “Rapporto sulla gestione del rischio in agricoltura”, Ismea ha messo in evidenza il raggiungimento di un nuovo massimo per l’insieme delle polizze sulle colture vegetali, le strutture aziendali e le produzioni zootecniche, in termini di valori assicurati, con 8,9 miliardi di euro, corrispondenti a un incremento del 5% sul 2020.
Nel segmento delle colture vegetali, che con 6,5 miliardi di euro (+4,4%) concentra quasi tre quarti del portafoglio assicurativo, si osserva un ulteriore rafforzamento della partecipazione del Mezzogiorno, a conferma del graduale superamento del divario territoriale che caratterizza il mercato delle polizze agricole contro i rischi atmosferici, storicamente sbilanciato sulle regioni settentrionali. Gli ultimi dati attribuiscono alla macro-ripartizione del Nord una quota di mercato ancora preponderante, pari all’80%, ma il Sud (Isole incluse) dal 7% di cinque anni fa si è portato al 12,2%, contro il 7,8% del Centro.
Al termine della programmazione 2014-2022 si registrano, tuttavia, ancora degli importanti margini di miglioramento soprattutto in termini di estensione delle coperture contro i rischi catastrofali sui quali il sistema sembra, al contrario mostrare un graduale disimpegno che potrebbe mettere a repentaglio nel medio-lungo termine la resilienza delle aziende agricole a fronte di eventi estremi sempre più intensi.
In relazione ai costi assicurativi, i premi, in termini assoluti, hanno raggiunto l’anno scorso un picco di 610,8 milioni di euro, corrispondenti a una tariffa media nazionale che per il secondo anno consecutivo si è mantenuta sopra la soglia del 9%, con un aumento del 4,4% nominale rispetto al 2020 e un più 2,5% in termini reali (al netto dell’inflazione).
Il 2021 è stato anche l’anno del consolidamento dei fondi di mutualizzazione, con il riconoscimento da parte del MIPAAF di cinque fondi fitopatie e climatici e di altrettanti fondi IST (strumento di stabilizzazione del reddito) nei settori latte, mele e ortofrutta (è in corso l’iter istruttorio per tre nuovi fondi IST latte, riso e barbabietola da zucchero).
Nel Piano strategico pluriennale 2023-2027, l’Italia ha previsto anche l’istituzione (primo caso in Europa) di un Fondo di mutualizzazione nazionale catastrofale contro le perdite da gelo e brina, siccità e alluvione, destinato all’intera platea delle aziende agricole italiane, quale strumento complementare e in sinergia con le compagnie assicurative per il rafforzamento e il riequilibrio settoriale e territoriale nella distribuzione delle polizze agevolate.